“Non è quello che vidi che mi fermò
è quel che non vidi.”
Danny Boodman T.D. Lemon Novecento nacque sul transatlantico Virginian all’inizio del secolo scorso, e su quella nave rimase per tutta la vita, senza mai scendere. È lì che imparò misteriosamente a suonare il pianoforte in modo sublime, è lì che conobbe, all’età di 27 anni, il trombettista che divenne il suo migliore amico, lo stesso che fa da voce narrante in questo monologo teatrale, scritto nel 1994 da Alessandro Baricco. Novecento non ha mai visto il mondo, ma lo conosce meglio di chiunque altro. Come un cieco che affina gli altri sensi per compensare la vista, così lui sviluppa una sensibilità superiore che gli apre una finestra sulla vita, mostrandogli il lato più nascosto delle persone, ciò che neanche chi ha girato mille città può vedere. “…sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia… Tutta scritta, addosso. Lui leggeva, e con cura infinita, catalogava, sistemava, ordinava…”
La sua semplicità disarmante, la sua ironia, lo rendono un personaggio unico che resta nel cuore del lettore per sempre. Un libro intenso come un bacio ad occhi chiusi, da leggere e rileggere per scoprire ogni volta una nuova chiave di interpretazione, una nuova emozionante melodia.
Bellissima anche la versione cinematografica di Tornatore.