Strana cosa è la vita, questo misterioso espediente della logica spietata per ottenere un futile scopo. Il massimo che ci si possa attendere da essa è una certa conoscenza di se stessi, che arriva troppo tardi, una messe di inestinguibili rimpianti.
Un libro piccolo, ma potente e destabilizzante come un pugno sul tavolo. È il racconto autobiografico di un viaggio nel cuore dell’Africa, in cui la testimonianza di orrori, razzie e barbarie da parte dei trafficanti d’avorio nei confronti della popolazione locale si fa voce di un’aperta denuncia nei confronti del colonialismo europeo.
“ la conquista della terra, che perlopiù significa portarla via a coloro che hanno una diversa carnagione o nasi leggermente più piatti dei nostri, non è una cosa edificante quando la si osservi troppo a lungo”
Il percorso dalla foce alla sorgente del lungo fiume congolese è nondimeno un cammino introspettivo verso i più profondi meandri dell’animo, dove si nasconde la parte istintiva e primordiale dell’uomo.
Il finale è una perla di rara bellezza. Un classico che non può mancare.