Il destino ci segue sempre un passo indietro e si ciba degli sbagli che lasciamo lungo la strada.
Un’eco lontana de “La famiglia” di Ettore Scola mi porta ad una tavola imbandita, intorno alla quale siedono i molteplici protagonisti di questa storia che ha il profumo della più tradizionale commedia italiana.
Sull’onda dell’ironia e del disincanto, l’autore delinea, muovendosi avanti e indietro nel tempo, un vasto campionario di individui “normali”, Erri e la sua grande famiglia allargata. Padri, madri, fratelli e cognati, perfetti rappresentanti dei più comuni modelli psicologici, ruotano intorno al protagonista, al quale è stato assegnato il ruolo di “sfigato senza volontà.” Un libro facile facile, se non fosse che, avvicinando una lente di ingrandimento, la normalità si scompone in tante piccole diversità, la felicità apparente in tanti piccoli dolori.
Ognuno è normale a modo suo e lo stereotipo diventa un contenitore troppo stretto persino in un romanzo.
La morale è sempre quella: vivere! “La vita non aspetta chi non ha il coraggio di starle dietro”.