L’unica cosa certa è che tutte le cose finiscono. Tutto tranne la morte e il tempo.
L’astronave Aether è di ritorno da una straordinaria missione nell’orbita di Giove quando improvvisamente tutti i contatti dalla Terra si interrompono. Iris Sullivan, membro dell’equipaggio, si ritrova dispersa in se stessa e nell’immensità dello spazio, dove fluttuano le sue grandi ambizioni ed i sentimenti irrisolti. Dall’oblò della navicella il riflesso di una folgorante carriera e quello di un matrimonio fallito e di una maternità incompiuta.
A captare il suo ultimo disperato segnale radio potrà essere solo Augustine, scienziato ormai anziano, che ha rifiutato di abbandonare la base di ricerca al Polo Nord durante la drammatica evacuazione. Dopo non si sa cosa sia accaduto, forse l’apocalisse… e lui unico sopravvissuto.
Vive confinato nel gelo dell’Artico e dei rimpianti, avvolto dalla lunga notte polare e da quella ancor più buia degli affetti negati. Il tempo dilatato dalla solitudine lascia i ricordi liberi di rotolare fuori, a tracciare solchi taglienti sul ghiaccio che lo attanaglia.
Augie e Sully, così lontani e così simili. Il loro casuale e breve contatto può trasformarsi in una carezza a distanza. Il calore umano può farsi strada nel gelo e lenire le ferite, consolare, risolvere…predisporre alla pace dell’abbandono o alla luce della rinascita. Perché non ci sono distanze di tempo o di spazio che siano insuperabili…l’unica distanza insuperabile è quella del non amore.